E’ sabato, sono seduto davanti al pc a seguire il corso da copywriter (si, a quanto pare qui si usa infastidire le persone anche nel week end) e all’improvviso la dolce e cara docente esclama ”scrivetemi un articolo sulle passioni”.
Chi? Cosa? Ma perché?!
Dinanzi a questo tema, dall’aria così innocente e innocua per i più, io invece mi ritrovo come se stessi per essere inghiottito dal mostro dell’armadio che credevamo esistesse quando eravamo piccoli, che per la cronaca, ad oggi siamo buoni amici.
Come mai tutto questa deliziosa inquietudine? Semplice, non ne ho.
Forse sto ingigantendo un po’ la cosa: non è che non io ne abbia, è che probabilmente ne ho talmente tante che mi sembra di non averne nessuna così rilevante da renderla protagonista di questo mio accreditatissimo articolo da credici-vincerai-il-premio-Pulitzer.
Insomma, diciamo pure che non è facile affrontare questo argomento, sia per ragioni di assoluta soggettività (quando a me invece piace essere molto inclusivo mentre scrivo) e sia per ragioni prettamente numeriche e di tempo, cioè, se dovessi spulciare e scrivere di ogni mia pseudo-passione probabilmente diventerei prossimo alla pensione, e questo non va bene, darei una tacita conferma all’amorevole docente sulla sua tesi riguardo la mia vecchiaia.
Allora cosa fare, scrivo dello sport e delle medaglie vinte? Oppure scrivo sulla lettura degli innumerevoli libri e articoli? Del sudoku, della mia manìa sui numeri? Butto giù qualcosa sulla cucina, su Charlie Chaplin, sulla musica classica, sull’arte?
No dai, sono cose che si dicono in intimità ad un amico o alla tua ragazza/o quando sei seduto al bar, e in Italia c’è il covid, non posso sedermi al bar!
Pensa e ripensa, come fare? Ok, sono arrivato alla conclusione che per parlare degnamente della cosa bisogna partire dal principio, ovvero, cosa significa esattamente a livello molecolare la parola passione? Vado dal mio fido Treccani.
”Dal latino tardo passio-onis, «patire, soffrire». In senso generico, il termine passione si contrappone direttamente ad azione, e indica perciò la condizione di passività da parte del soggetto, che si trova sottoposto a un’azione o impressione esterna e ne subisce l’effetto sia nel fisico sia nell’animo.”
What?!?
Mentre finisco di grattarmi la testa manco fosse un gratta e vinci, reputo sia il caso di rileggere quest’agghiacciante frase un’altra volta, ok forse due. Provo a denudarla: in pratica è tutto ciò che esternamente provoca o suscita qualcosa dentro di noi tanto da cambiare il nostro equilibrio psico-fisico, con qualsivoglia accezione positiva o negativa che sia.
Più penso a tutto ciò e più mi solletica alla mente, per analogia, il termine pathos di quel ragazzaccio di Aristotele, che per intenderci, mi evoca a sua volta tutte quelle emozioni e quei sentimenti che mi hanno scosso, smosso e percosso nella mia vita.
Allora per l’ennesima volta mi ripongo la domanda, cos’è che mi ha causato tanto?
Ora mi è tutto molto più chiaro, la mia risposta è: le persone.
Ebbene si, le persone sono la mia passione, e fa pure rima!
Forse perché quando ascoltavo e sentivo le persone parlare una nuova lingua, forse perché camminando mi sembrava fosse tutto nuovo e originale, forse perché non ero molto loquace e mi soffermavo quindi su tantissimi dettagli, forse perché ero particolarmente sensibile e curioso mi soffermavo volentieri su altro, sugli altri piuttosto che su me stesso. Insomma, da quando ero un piccolo vagabondo e precisamente, da quando mi trasferì qui in Italia, non facevo altro che osservare, studiare e assorbire quell’esterno che mi circondava.
Lo ammetto, negli anni, studiando e leggendo di psicologia, sociologia e semiotica, e da buon osservatore partecipante (grazie Malinowski, cosi Aristotele non si sente solo) mi sono reso conto che le persone sono tutte, davvero, animali pensanti interessanti.
Riavvolgendo per un attimo la videocassetta della mia vita e prendendo la lente d’ingrandimento, realizzo quanto effettivamente le persone abbiano influito su di me, credo infatti di essere per lo più un mega mosaico di tanti piccoli pezzettini microscopici di tutti quegli individui che ho incontrato (cosa che probabilmente vale un po’ per tutti eh) e credetemi, ne ho incontrati e conosciuti davvero parecchi.
I miei sogni, le mie ambizioni, i miei desideri, sono tutti frutti scaturiti dalla visione di persone che hanno scritto la storia, che hanno fatto cose straordinarie e che ancora oggi ispirano nei piccoli e nei grandi gesti, e voglio dire, come si fa ad esserne indifferenti?
Ci sono state persone che mi hanno fatto ridere fino alle lacrime, come anche piangere fino a non averne più, persone che mi hanno consigliato, suggerito, sostenuto, orientato, influenzato e provocato , persone da cui ho osservato la prossemica, gli angoli del viso, la movenza e gli atteggiamenti, i modi di dire, di ragionare, di comunicare, persone che hanno troppa accidia, o troppa bontà, o troppa cattiveria, boh, che importa tanto, non si giudica mica qui.
Ecco, ritornando un attimo al principio del significato della parola, da questo punto di vista, penso di essere oramai un ladro più che esperto: ho rubato talmente tanto da esser certo di aver assimilato le cose che più mi hanno impressionato ed emozionato e che mi hanno formato nel tempo, ma anche nei momenti più bui e infelici eh, è grazie a queste persone che oggi posso ritenermi più forte, più resiliente e più o meno saggio, no?
Secondo le ultime statistiche, la popolazione mondiale conta 7,8 miliardi di persone, almeno prima del covid (battuta poco felice mi sa).
Se ognuno di noi si soffermasse anche solo per un frangente a realizzare quante cavolo di persone siamo effettivamente, credo che quasi tutti si accorgerebbero che non possiamo a farne a meno, fare a meno di fermarsi a guardare, ad ascoltare, a conoscere e imparare sempre di più, e cosi facendo, non potremmo fare altro che arricchire la nostra mente, i nostri cuori, e le nostre anime.
Ne sono pienamente convinto, e se qualcuno avesse qualcosa da ridire, beh, tranquillo, abbiamo sempre tempo per parlarne insieme.
Ahhh, le persone, che passione!
Ps.
Cara Annamaria, il target di questo elaborato sei proprio tu! Da quando mi hai fatto notare di essere molto classico nello scrivere, che sicuramente ha con sé molte accezioni positive, mi ha fatto comunque molto riflettere la cosa, al che mi sono interrogato su quale realmente fosse il mio stile, cosa realmente vorrei trasmettere e cosa davvero voglio far leggere a quello ”scellerato” che magari un giorno, si troverà qualcosa scritto da me.
Con questo pezzo sulla passione mi sono un po’ risposto da solo, ho lasciato che la mia mente scorresse senza freni e vincoli.
A prescindere dagli errori o dalle forme sbagliate spero che leggendolo tu possa intravedere qualcosa di me, altrimenti, mi sa che ho ancora molto da lavorare!
Grazie infinitamente di vero cuore per la tua sincera disponibilità e pignoleria, mi stai facendo appassionare a questo mondo.
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