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Signor Nessuno- Per Aspera ad Astra

Presentazione:

Ho fatto ciò che sentivo giusto. Ne dovrei parlare? Il Silenzio racconta limiti sovrumani vissuti, sentiti, ormai passati. Danzavamo fra le stelle leggeri. Fratelli del Tutto nell’esserne figli: astanti, avventori della verità diffusa e infusa. Fra miliardi e miliardi ancora. Sfrondiamo segni e sigilli, rami e altre cadenze per risultare liberi dal conflitto, da ogni identità o appartenenza. Al mio nome ogni speranza, ricolmare ogni distanza: laddove vivono la volta, io respiro fiamme mangiando zolle, ché sfrondare rami è segno di speranza.

Porto l’umiltà nella vittoria, una vittoria incarnata dagli erranti della storia. Racconti scissi e rifiutati, portati al limite della coscienza. Ho fatto ciò che era giusto: scalato picchi e rovine per esser primo fra gli ultimi e ultimo fra i primi. A piedi scalzi sulle fiamme attraverso terre putride di poesia: “a lor signori! Bevano abbondanza”. Ne suggano rovine e altre vie. io, sto a distanza.

Adeguarmi e soccombere, o l’abbandono nel rifiuto: negazioni senza privazioni. L’azione sceglie alternative di coraggio e stupidità, perché la libertà la porti nel cuore: sulle ali, l’amore. Pianificare, certo. Costruire, forse. A tentoni nella luce, avvolto dalla Notte che racconta la magia: cantano le stelle, parlano, lasciando ogni speranza alla figura. Nel silenzio si svelano le lucciole che firmano d’incanto l’universo.

Cenni Biografici:

Mocho, Strens e Zorro

Che palle! Se sei arrivato fino a qui, o sei il mio insegnante, oppure, fossi in te, mi farei qualche domanda sul senso della vita e del perché hai prestato così tanta attenzione alla mia pallosissima presentazione. Magari ti piace semplicemente leggere… passiamo a qualche info personale. I miei genitori vivevano d’Amore. Tre figli ed ed altrettante capanne, fatte di canne e fiori. Mio fratello è mio padrino. Mia sorella no: è solo mia sorella. Però sono suo testimone di nozze.

Sto nella selva oscura già da un anno: 36, portati molto, molto, molto male. Stregato, raccolto ed adottato da una madre surrogata che risponde al nome della Notte, che io chiamo nei miei sogni ad ogni cenno di volontà. Ho dato il nome ad ogni suo capello, per scordarlo in ogni istante che avvolge l’oscurità. Lascio il segno su alberi perduti, sì che possano esser colti solo dai lettori. La terra mi ha insegnato il sangue e il senso del sudore, scambiato a buon prezzo per una comparsata nella recita dell’esistenza. Le clessidre versano il tempo: ogni granello un sogno caduto e un risveglio voluto. Voltale, vivrai un’altra storia.

15 anni fa Conobbi l’amore, e mi perdetti fra i meandri della mia pazzia. A salvarmi furono La Luna e La Terra, che sentirono il mio dolore. Con la loro arte magica l’una accese un lume nel cielo per guidare il mio cammino. L’altra fece crescere fiori sui miei passi per ammorbidirne il tonfo. Ora cerco giustizia del mio Nome e ragione del mio Amore.

Interessi:

Ogni Strumento è protesi dell’Anima

Cosa vorresti sapere? Amo la scrittura, la poesia, la musica, la lettura espressiva e la recitazione.
Scrittura: ho smesso di scrivere 15 anni fa, quando capii che scrivere è una missione. Ogni missione che si rispetti ha un significato, e degli obiettivi che ne determinano la direzione svelandone il senso, la funzione e l’utilità rispetto ai lettori. Sicché.

Poesia: Ho smesso di scrivere poesie quando ho capito che la poesia è una dimensione esistenziale che può fotterti il cervello.

Musica: ho smesso di suonare 10 anni fa, quando ho capito che nel pianoforte si può trovare l’infinito in una singola nota. Ero bravo. Il mio didatta mi chiamava “La Schiappa”, o “Incarnazione”? boh, una delle due comunque. Ricordo un episodio: suonavo “La Campanella“, di Liszt. Lui si vantava col pubblico, commentava compiaciuto e parlava del mio epiteto, che poi era una sua teoria. Ascoltavo, e durante l’esecuzione pronunciai: “Io sono nato lo stesso giorno di Liszt”. Ah ah ah! Ma il mio cavallo di battaglia era Rachmaninoff, “Preludio alla Marcia n 5” che per me ha un significato. Questa è la versione attuale del suddetto preludio. Piccola coda: è in pubblicazione l’unica “pubblicazione” che in 33 anni di carriera musicale abbia mai prodotto. Si chiama “Kairos”, ed è stata registrata dopo 10 anni di totale astinenza da studio e 2 di totale mancanza di esercizio (2 anni fa ho venduto lo strumento e qualche mese fa M. me lo ha regalato).

Lettura Espressiva: Che bella, ho creato una pagina fb ed un canale youtube dove mi diverto a credere di avere una dizione curata.
Dizione: la esercito solo se necessario, per puro piacere e diletto.
La recitazione: mi diverte, tranne quando viene usata al di fuori dal palco a scopo di scopo. Mi dispiacciono le persone con le maschere, per questo sto sempre zitto ad ascoltare il silenzio. Ti ho detto tutto! Sono arrivato a oltre 700 parole: che fatica!

Attività:

Fumare, dormire e mangiare. Saltuariamente mi produco in attività ludiche con la Signora.

Lavori:

Ho fatto di tutto. Ho cominciato a 9 anni con la terra.

Conclusioni:

L’attribuzione di un’identità può generare delle aspettative a cui ognuno deve rispondere con la propria volontà. Penso che ognuno debba avere l’occasione e l’opportunità di cercare il proprio spazio interiore da cui far emergere l’espressione. Ho sempre cercato, e sempre cercherò trovando ad ogni traguardo un punto di partenza.

Sono stato chiamato Spanu Nicola. Ma preferisco “Signor Nessuno”, è più onesto. Nicola significa vittoria, quindi. Questa è la mini storia di come la mia Vita sia la stessa di sempre in ogni senso e direzione. L’Ascesa nel Declino: attraverso le asperità si raggiungono le stelle. C’è sempre speranza: “Per Aspera ad Astra” (n.B i ritratti sono gentilmente concessi dalla Fotografa Ilenia Spanu.).

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Nicola Spanu