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La Maledizione dell’esser Babysitter

Babysitter. Aneddoto strampalato di una ragazza strampalata.

Un’ Universitaria alla ricerca di un lavoro part time.

Disegno di una babysitter che legge un libro a quattro bambini

C’era una volta….Naah, che rottura le storie che iniziano cosi! Proviamo a cominciare la storia in un modo alternativo, magari con un metodo diretto. Parliamoci chiaro, questa non vuole essere una fiaba, o una storia triste, sdolcinata o traumatizzante. Ciò che sto per scrivere è semplicemente un aneddoto della mia vita durato circa 6 anni. Prima di iniziare, però, vi lascio una piccola presentazione autobiografica necessaria come introduzione per capire meglio il contesto e il personaggio.

Sono una ragazza nata pensando all’arte. Da bambina amavo rubare i fogli a quadretti dei fratelli maggiori per disegnare a modo mio le piantine di casa e fantasticare sulle modifiche da fare.
Una volta mi feci addirittura invitare a casa di una vicina per poter studiare la disposizione degli spazi per infine progettare un appartamento prendendo in regalo una porzione della sua abitazione. Ero così fissata col disegno, e l’arte di per sé, che mi sono dedicata ad una formazione puramente artistica. Piccolo grande dettaglio: non avevo messo in conto che in questo settore, se vuoi trovare lavoro, devi essere il “Michelangelo moderno”, o conoscere qualcuno della nicchia.

L’indipendenza economica

Tutto è iniziato quando ho deciso di pagarmi, almeno in parte, gli studi accademici. Cercando la mia indipendenza economica, ho cominciato a svolgere diversi lavoretti, come ad esempio l’addetta alle vendite durante la Fiera dell’Artigianato, la barista, e la babysitter.
Questo ultimo impiego è stato una svolta, sia in positivo che in negativo. Finalmente son riuscita pagarmi in gran parte gli studi, risparmiare e guadagnare le uscite con gli amici senza dover chiedere soldi ai miei genitori (si, nel caso ve lo stesse chiedendo, non ho mai avuto una paghetta, e chiedere spiccioli per cose secondarie mi è sempre pesato). Il contro di questo impiego è stato tutto il resto.

Le persone per cui lavoravo, e sono state molte famiglie, avevano l’abitudine di mancarmi di rispetto solo per una questione economica sociale. Gran parte di essi, erano convinti (e lo sono tutt’ora) che l’impiego sia proporzionale al quoziente intellettivo: ciò significa che se siete muratori, casalinghi, lavapiatti, colf, postini, ecc.. siete ignoranti, quindi non meritate rispetto.
Ma torniamo a noi! I genitori, avendo questa visuale prospettica, cercavano in tutti i modi di mettermi i piedi in testa sfruttandomi a loro necessità. Sempre più ritardi, orari di lavoro improponibili, contratti che nemmeno uno schiavo dell’antico Egitto si sarebbe aspettato e preavvisi inesistenti.

Cambiamenti in arrivo

Lo ammeto, da parte mia c’è stata poca furbizia, ma cosa avrei dovuto fare?
Ero la classica ragazza timida, insicura e soprattutto alle prime armi, come potevo affrontare queste situazioni complicate?
Purtroppo non esistono dei manuali sulle strategie per i giovani lavoratori, soprattutto se si cerca di fare degli impieghi tappa buchi, quindi cercavo di apprendere dai miei stessi errori cercando di rafforzarmi. Bene, questo rafforzamento mi ha portata ad un indurimento non solo nei confronti dei datori di lavoro, ma anche verso i bambini che stavo crescendo (sì, posso usare il termine crescere perché passavano più tempo con la babysitter).

Ormai non riuscivo più a portare avanti studi, babysitter e fare la gavetta nel mondo dell’arte. Ero così oberata di stress che di punto in bianco (proprio per niente! Ho passato mesi interi a non dormire per riflettere sul da farsi) ho lascato il lavoro di babysitter, concluso in fretta e furia gli studi e cercato si scalare le vette artistiche il più velocemente possibile.
Dettaglio: ho sbagliato alla grande il momento. E’ esplosa, come tutti sanno, la pandemia e mi sono ritrovata a fare cenerentola in un trilocale di 60 mq inseguendo i miei genitori, ormai anziani, con scopa e paletta per vietargli quelle voglie di fare che non si possono più permettere.

desperate housewives

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Valentina Onorati