Tra motori e calendari
Avevo 25 anni e nel 1995 lavoravo alla Hertz Leasing già da 5. Il mio compito era di redarre le offerte delle auto in full leasing per le aziende e contemporaneamente rispondere al telefono dell’ufficio commerciale. Venivo interrotta spesso, mantenere la concentrazione era difficilissimo. Ero nauseata dalla ripetitività delle offerte e soprattutto non avevo nessuno sbocco professionale. Il mio capo mi stimava e al tempo stesso mi diceva che trattavo male i venditori…ma posso assicurarvi che la maggior parte delle volte ero solo assertiva! Era davvero l’unico modo che avevo per sopravvivere in un mondo lavorativo completamente al maschile, fatto di motori e di calendari pieni zeppi di donne in topless. Svolsi anche il ruolo di venditrice per 6 mesi, sostituendo un collega assente per una lunga malattia, e nonostante mantenni tutti i clienti già acquisiti, sentii che quel lavoro non era nelle mie corde. Quando un cliente mi rise in faccia dicendomi con tono decisamente sprezzante “E lei sarebbe una venditrice?” compresi che aveva solo dato voce ai miei pensieri. Certamente non potevo rispondergli che di fatto stavo portando avanti due lavori (il mio, quello di Sales Administrator e quello di Venditrice in sostituzione del collega). E nemmeno potevo dirgli chiaramente che era stato un grande cafone. Quell’episodio mi convinse che era giunto il momento di cambiare aria. Meritavo di più.
Un aperitivo scaccia-ansia
Poco tempo dopo l’accaduto una mia collega romana, mi chiamò al telefono per dirmi che Omnitel Pronto Italia avrebbe aperto molti uffici in Italia. Mi innamorai a prima vista di quell’orecchio gigantesco accanto al logo Omnitel Pronto Italia apparso sul quotidiano nell’annuncio di recruiting…e così inviai il mio c.v. Dopo due interminabili mesi giunse anche per me il fatidico giorno del colloquio. Avevo l’ansia che mi divorava, la gola secca e la paura negli occhi, quella che ti fa avere lo sguardo fisso e che ti ruba i pensieri, almeno a me fa questo effetto. Vivevo ancora con i miei genitori, mia sorella e due fratelli e uno di loro, Claudio, si accorse del mio stato, così si propose di accompagnarmi all’appuntamento. Non so ancora come riuscii a guidare la mia Panda bianca nel traffico della tangenziale milanese, ricordo solo che più ci avvicinavamo a Milano, più mi mancava l’aria. Claudio mi parlava ma io non riuscivo proprio ad ascoltarlo, nè a rispondergli, praticamente guidavo come se fossi un manichino. Arrivammo davanti al grande cancello della Olivetti (azionista di maggioranza di Omnitel) dove si tenevano i colloqui, addirittura con 40 minuti di anticipo. Per spezzare un pò la tensione andammo in un bar. Anzichè un caffè, Claudio ordinò per me un aperitivo leggermente alcolico con l’intenzione di sbloccarmi! Mi rilassai quei 5 minuti per poter tornare alla sede, varcare il cancello, fornire la mia carta di identità e prendere l’ascensore che mi avrebbe portato ai piani alti. Respirai profondamente ed entrai nella stanza del capo del personale sfoggiando il mio migliore sorriso. Oramai era fatta, non potevo più tornare indietro, ero in ballo e dovevo ballare. Il Direttore del personale mi chiese di tutto, non facendomi mancare anche domande sulla vita privata (E’ fidanzata? Vuole sposarsi? E figli ne vuole?) che all’epoca mi sembravano “normali”. Ciò che mi rimase impressa fu la domanda “cosa si aspetta dal lavoro?” Crescere, risposi. A quel punto pensai che il colloquio era giunto al termine, ero stremata dalle domande incalzanti e invece bussarono alla porta ed entrò un uomo …un dirigente svedese di un’Azienda partner di Omnitel che mi fece altre domande, ovviamente tutte in inglese. Non mi hanno fatto mancare praticamente nulla!
In giro per Milano per testare la rete
Con immensa felicità ricevetti la chiamata dell’Ufficio del Personale alla fine del mese di aprile e il 03 maggio 1995 iniziai a lavorare. Fui assunta come impiegata con la qualifica di “Major Account Specialist” mi sarei occupata di attivare le Grandi Aziende clienti di Omnitel. Il primo giorno di lavoro, l’ufficio del personale ci accolse nel proprio ufficio raccontandoci la visione e la missione dell’azienda. La gestione delle risorse era al centro della loro strategia. Ero estasiata. Ci fecero andare ad Ivrea presso la sede di Olivetti per 3 settimane solo per formarci. Di giorno studiavamo e la sera andavamo fuori a cena e a cantare! Il clima che si respirava nel Call Centre era quasi magico. Si studiavano e si testavano le procedure e i processi. Facevamo simulazioni giornaliere e quando qualcosa non funzionava davamo i nostri feedback. Per qualche tempo andammo anche in giro per la città per testare la rete e le procedure di attivazione presso i Punti Vendita. Insomma da maggio a dicembre non abbiamo fatto altro che prepararci prima per il lancio sperimentale poi per il lancio commerciale vero e proprio che avvenne il 07 dicembre 1995. Sono tante le cose che non scorderò mai di quel periodo. La welcome call con affiancato Carlo De Benedetti (anche lì ansia a mille, ma ce l’ho fatta!). La sensazione che saremmo tutti entrati a far parte di un pezzo di storia delle telecomunicazioni.