Oasi Lipu di Massaciuccoli: un’esperienza da prendere al volo
Spesso andiamo alla ricerca di noi stessi nei posti sbagliati. Altre volte, invece, capita di passare infinite volte per lo stesso luogo prima di rendersi conto che le risposte cercate sono proprio lì. Questo è ciò che mi è capitato quando durante una delle mie solitarie camminate nella riserva dell’Oasi Lipu di Massaciuccoli ho visto il mio viso riflesso nel lago ed ho preso la decisione di unirmi come volontaria, tramite servizio civile, all’associazione ambientalista del luogo, la Lipu (Lega italiana protezione uccelli).

Ho sempre avuto a cuore le tematiche inerenti all’ambiente, alla nostra bellissima Terra e ai suoi animali, tanto che ho tentato la via delle scienze naturali all’università. Purtroppo con lo studio non c’era chimica, e neanche fisica. A dirla tutta, neanche matematica. Insomma io, calcoli e formule, non siamo mai andati d’accordo e questo ha limitato le mie conoscenze sul tema. Ammetto che nemmeno la mia persona, un mix di timidezza, mancanza di fiducia ed insicurezza, ha aiutato.
(io durante le lezioni di scienze naturali)
Dentro di me la rabbia per le ingiustizie ed il menefreghismo dei giorni nostri stava però cominciando ad urlare a gran voce di voler uscire. Non ci stavo, mi sentivo inerme e piccola, del tutto impotente. Poi un bel giorno è uscita la Greta Thunberg che è in me.
I cambiamenti non sono solo climatici:
Qualcosa si è mosso quando ho partecipato ad una delle giornate di protesta organizzate da Fridays For Future a cui hanno partecipato numerosi studenti. Pulire le spiagge ed i boschi, sedersi davanti al comune della mia città, Viareggio, con le nostre richieste in mano per un mondo più rispettoso dell’ambiente e le litigate in casa per eliminare quanta più plastica usa e getta possibile erano i primi passi per il cambiamento che volevo, ma non mi bastavano. Volevo immergermi di più. Volevo imparare e rendermi utile.

La svolta
Utile è una parola che mi ha tormentata per molto tempo. Sentivo la tremenda necessità di servire a qualcosa. L’opportunità mi è giunta quando sul giornale locale ho letto che era stato aperto il bando per prendere parte al servizio civile regionale della Toscana e tra gli enti indicati era presente proprio l’Oasi Lipu di Massaciuccoli.
Questa riserva naturale è stata per me meta di innumerevoli camminate in compagnia dei miei pensieri. Una sorta di luogo del cuore.
Così dopo aver letto la notizia, sono tornata lì e mi sono vista davvero, riflessa in quelle acque. Ho visto la motivazione, la voglia e anche il coraggio. Mi sono fatta forza ed ho presentato la mia candidatura con il solito “ottimismo” che mi caratterizza da sempre, fiduciosa del fatto che non mi avrebbero neanche presa in considerazione. “Ma che ne so io di laghi, piante e uccelli?” mi sono detta. Mesi dopo è arrivata la classifica con i risultati ed io comparivo tra i primi sei: ero stata presa!
Oasi Lipu: Fuori dal nido
È iniziato con la Lipu un percorso che, a ripensarci adesso, sembra essere stato molto simile ad un viaggio. La partenza mi aveva vista arrivare quasi tremolante e sicuramente ignorante: tutti i miei compagni di avventura erano laureati in scienze naturali. Io? Io sapevo distinguere un gabbiano da un piccione. Sorprendente vero? Mi sentivo un pesce fuor d’acqua, anzi... un pulcino fuori dal nido!

Ben presto ho capito però che potevo dare il mio contributo: per portare avanti una riserva naturale Lipu infatti, non basta saper distinguere un falco da una poiana (grazie al cielo, perché tutt’oggi ho seri problemi a farlo).
Serve anche sensibilizzare, creare contenuti che possano mantenere attivo il dialogo con la comunità che frequenta il posto, realizzare volantini che possano informare sugli eventi in programma, dare le giuste indicazioni ed attrarre i visitatori. Di questo, scarsa di conoscenza sull’avifauna ma abbastanza propensa all’uso del pc, mi sono occupata io fin dall’inizio.
Oasi lipu: Finalmente in volo
I passi successivi sono stati un’escalation verso la gloria: ho capitanato alla Jack Sparrow visite sul lago memorabili, alla guida del Tritanic (il nome è un tutto dire), il mitico barchino a motore con cui portavo i visitatori alla scoperta del posto. Mi sono ritrovata ad essere una sorta di Mary Poppins improvvisata quando durante i campi estivi ho dovuto coinvolgere (e tenere a bada) i bambini. Io, loro, e la mega valigia di non so quanti chili sulle spalle, con dentro i mille giochi da fare nelle diverse postazioni dell’Oasi o nel parco di San Rossore. Ho coltivato la mia vecchia passione per la fotografia con escamotage assurdi, diventando una specie di national geografic photographer dei poveri. Ho provato anche l’ebbrezza di essere una sorta di monaca buddista in grado di mantenere la calma quando i visitatori nelle vesti di “casi umani” arrivavano con le proposte più improbabili.
(io, nei panni di una national geographic dei poveri, mentre facevo le riprese video a scorrimento usando una carriola)
Oltre l’avventura, ho avuto modo di conoscere i veri protagonisti del luogo, gli uccelli. Le migrazioni, le specie, i canti, le abitudini e soprattutto l’importanza di proteggere il loro habitat. Gli uccelli hanno anche regalato ovviamente una quantità immisurabile di esilaranti doppi sensi. Il lavoro di segreteria è stato molto terapeutico per la mia timidezza. Avrei voluto vedere te al telefono con il ragazzo che ha esordito dicendomi di avere lì “un uccello di grosse dimensioni”. Le chiamate più strane ed imbarazzanti sono toccate tutte a me.
Un nuovo modo di vedere il mondo
Questa esperienza come puoi immaginare è stata forgiante sotto molti aspetti: ho superato mille imbarazzi, mi sono improvvisata esperta di qualcosa che pensavo di non conoscere e che invece mi sono poi resa conto di conoscere davvero.
Ho lavorato mattine e giorni interi per conservare quel luogo intatto ed incontaminato e l’emozione provata guardando le mie mani sporche di terra a fine giornata è stata indescrivibile. Ho curato animali in difficoltà, ho appreso cosa fare e a chi rivolgermi a seconda dei casi.
L’ambiente delle mie giornate non era più solo composto da acqua, piante indistinte ed animali capaci di volare.
Hanno cominciato ad esserci il miriofillo, l’ibisco, lo sfagno, il falasco, ma anche il forapaglie castagnolo, il falco pescatore, lo svasso, la sgarza ciuffetto e tanti altri nomi.
Mi sembrava di conoscere di più il mondo, esserne finalmente parte integrante. Ho dedicato un anno a questo lavoro e adesso che il percorso lavorativo lì è finito posso dire che comunque il viaggio è appena cominciato: tutt’ora sono una volontaria dell’Oasi Lipu di Massaciuccoli!
Ho imparato che non è importante non avere conoscenze, è importante muoversi per acquisirle. Lo è credere in se stessi e dare voce alla spinta che viene da dentro, quella che ti fa spiccare il volo, specie se per una giusta causa. Oggi più che mai sono decisa a coltivare quanto ho appreso e soprattutto mi sento felice di dire che finalmente, nel mio piccolo, mi sento davvero utile! Inoltre, con un’ampia esperienza alle spalle, credo che avrò già la risposta pronta per le prossime telefonate imbarazzanti!
