
La battaglia era terminata. Keda e Alpha erano sdraiati l’uno accanto all’altro. Lo sforzo di entrambi era stato eccessivo nelle terre del selvaggio nord dal cuore di ghiaccio. Eppure ancora una volta, ne erano usciti entrambi vincitori.
Il calore del fuoco stava cominciando a ristorarli e a scongelare i pezzi di ghiaccio che Keda aveva nei capelli. Altrettanto stavano facendo quelli che avevano ricoperto il folto manto argentato del suo inseparabile Alpha.
Keda ricordava bene il loro primo incontro ed era sicuro che lo stesso valeva per Alpha. Era stato tutt’altro che amichevole ma fu il preludio di una grande avventura che si era trasformata in amore incondizionato.
Lo sguardo stanco ma confortato di Alpha, incrociava quello ancora spaventato e preoccupato di keda.
Keda, a differenza dei compagni presenti, intuiva che qualcosa di più della stanchezza si nascondeva negli occhi blu del suo amico Alpha. Raccolse le ultime energie e si sollevò lentamente con l’aiuto dei gomiti proiettandosi verso di lui.
Posò prima la mano sulla pancia del suo fedele compagno e quando fu abbastanza vicino, vi appoggiò delicatamente la testa cercando di non fargli del male. Quando Keda iniziò a sentire il respiro profondo, ritmico e tranquilizante di Apha, crollò in un sonno profondo.
Era una mattina soleggiata e abbastanza calda per la zona in cui si trovava da tempo la tribù, quando Keda apri gli occhi. Lentamente prese conoscenza e notò che quella ferita lacero-contusa che aveva deturpato il suo ventre, era stata coperta e curata con delle erbe.
Si alzò ed uscì dalla tenda. Non c’era nessuno. Pensò che la tribù si era allontanata momentaneamente per andare a caccia o per procurare della legna. Ad un tratto qualcosa lo rincurò. Era Alpha, che si accingeva a correre verso di lui.
Keda sussultò. Il suo cuore lasciò velocemente la paura per riempirsi di una gioia che non aveva mai provato. Il suo amico stava bene.
Qualcosa però lo fece trasalire in preda allo stupore. Un brivido gli percorse la schiena. Era un bel brivido.
Un piccolo lupo si nascondeva e correva dietro Alpha.
Keda non credeva ai suoi occhi. Era un lupetto vivace in cui si poteva vedere la stessa fierezza e lo stesso portamento regale di Alpha.
Il cucciolo non era molto piccolo. Anzi, sembrava avere già all’incirca due o tre mesi. Fu in quel momento che Keda si accorse di aver dormito un sacco di tempo.
Il cucciolo si avvicino a Keda e si sedette difronte a lui. Lo fissava negli occhi senza alcun tipo di timore, quasi come se si conoscessero. Agitava ripetutamente la coda che creava un solco leggero nella neve candida. Emise un guaito. Keda non riusciva a staccare i suoi occhi da quelli del cucciolo. I suoi occhi cominciarono a gonfiarsi e a riempirsi di lacrime di gioia.
Prese in mano il cucciolo e un sorriso si accese sul suo volto. Un giovane e inesperto ululato interruppe il silenzio.
Era uno sguardo tra due sconosciuti. Ancora non lo sapeva ma quella piccola palla di pelo avrebbe stravolto la sua intera esistenza.