Fang Lei aveva 72 anni e un passato da medico legale. In tutti quegli anni nel suo laboratorio di Xi’an ne aveva visti di cadaveri, di ferite, di ematomi, ma nessuno lo aveva mai messo in guardia da ciò che sarebbe accaduto quel giorno…
Li Yang si risvegliò sul lettino dell’obitorio, proprio mentre Fang stava sterilizzando gli strumenti necessari per l’autopsia. “Se la macchina non si fosse rotta e non fossi stato costretto a prendere l’autobus, sarei arrivato puntuale e Li Yang non si sarebbe mai più svegliata. L’avrei uccisa io! Con le mie stesse mani! Con quel dannato bisturi!”. Era il 14 Febbraio 1991. E Fang, fino ad allora, non aveva mai fatto i conti col suo peggiore incubo: la morte apparente.
A quel tempo il Dottor Fang aveva a malapena 60 anni, ma quel macabro S. Valentino lo aveva cambiato. Non era più lui. Tutto l’amore e la passione che aveva sempre messo nel lavoro erano scomparsi. Da anni il Governatore Yong Ling lo assillava per quel noiosissimo posto da dirigente del dipartimento di medicina legale. “É arrivato il momento di accettare” si disse.
Nel giro di poche settimane si ritrovò a capo del dipartimento e quella smania che si era impossessata di lui continuava a crescere. “Non dovrà mai più accadere a nessuno quello che è accaduto a me!”. Facendo leva sulla propria fama ed affidabilità, convinse il governatore a finanziare un progetto di ricerca top secret. Nessuno ne sarebbe venuto a conoscenza. Fang avrebbe lavorato da solo. Gli bastava soltanto un laboratorio e carta bianca su tutto il resto.

“Ti sembra poco, Fang?” disse Yong “Dovrò smuovere mari e monti e quando mi chiederanno perché lo faccio cose dovrei rispondere?”.
“Amico mio, tu chiedigli soltanto cosa sarebbero disposti a concederti pur di vivere in eterno e io me lo farò bastare”.
Per anni più nessuno vide il dottor Fang. Mangiava, dormiva e lavorava, senza mai uscire da quelle quattro mura. Capivano che era ancora vivo solo perché ogni lunedì la sua amata governante passava al dipartimento per portargli la biancheria pulita e, puntualmente, ogni giorno, alle 12 e alle 19, Tao Mei della trattoria “La lanterna” transitava davanti alla guardiola con piatti fumanti e profumatissimi.
Ma finalmente il grande giorno era arrivato. Il Governatore Yong Ling era su di giri per l’eccitazione. Sarebbe schizzato ai vertici del Partito alla velocità della luce e, chissà, magari lo avrebbero eletto Presidente della Repubblica. Il mondo intero era letteralmente attaccato agli schermi televisivi. Chi era sintonizzato sulla CNN, chi su CCTV, chi sulla BBC. Era come se anche la Terra avesse fermato la propria corsa e stesse trattenendo il respiro, in una trepidante attesa.
Ed ecco Fang, invecchiato, dimagrito, esausto ma raggiante, apparire sul palco. Erano trascorsi 12 anni da quel maledetto giorno e da allora nessun altro pensiero aveva più attraversato la sua mente. C’era solo un chiodo fisso: inventare il siero dell’immortalità. E annunciare a tutto il mondo di esserci riuscito.
“L’UMANITÁ É SALVA!” bastarono queste semplici parole e un fragoroso grido di esultanza si diffuse su tutto il pianeta. All’unisono, tutte le creature umane che popolavano la Terra si misero ad urlare, cantare e piangere di gioia. Era questione di giorni, di ore, e tutti, nessuno escluso, avrebbero potuto assaporare l’eternità.