DIALOGO
(ore 7.30) “Mai vista la strada così libera alle 7.30 di mattina. Che strano… Comunque meglio… per una volta arriverò al binario senza correre!”
(ore 7.51) “Scusi signora, ma il treno delle 7.50 è in ritardo?”
“No, oggi non passa. Deve attendere quello delle 8.10.”
“Ecco, lo sapevo! Ennesima cancellazione non segnalata! Arriverò in ritardo anche oggi! Ma perchè!?!?!?”
(ore 8.30) “Comunque è incredibile. Il treno era mezzo vuoto nonostante la corsa cancellata e anche la banchina della metro è semi-deserta… Ma non è che c’era qualche sciopero e me lo sono perso? Però è strano… Di solito li fanno sempre di venerdì…”
(ore 8.53) “Eh certo! Ti pareva! Tempo di attesa del bus 12 minuti! Faccio prima a piedi!”
(ore 9.04) “Dannazione! Ho lasciato le chiavi del portone a casa! Ma il portiere del palazzo dov’è? Perché è tutto chiuso? Di solito apre alle 8.30! Sono le 9 passate! Forse si sarà sentito poco bene… Certo che poteva anche lasciare un avviso sulla porta! Vabbè mi toccherà suonare così il capo si accorgerà subito che sono di nuovo in ritardo!”
8ore 9.05) Driiiinnnn driiiinnnn! “Ma sono tutti in ritardo stamattina? Ma che diamine succede?”
(ore 9.06) “Pronto Anna! Ma non c’è nessuno in ufficio? Ho dimenticato le chiavi a casa e qui è tutto chiuso! Forse Mario è in malattia. Mi puoi venire ad aprire?”
“Giulia ma cosa stai dicendo? Mannaggia a te! Stavo dormendo così bene! Cosa ci fai in ufficio di domenica?”
“Domenica?? Cioè, oggi è domenica?? Oddio! Non ci posso credere di essere così rimbambita! Anna mi devi scusare! Ci vediamo domani.”
“Beh, per usare un eufemismo, direi che possiamo definirla una giornata abbastanza particolare questa… Ma ci rendiamo conto?! Tutti aspettano con ansia il fine settimana e io me lo gioco così! Tutta questa storia del trasloco, i lavori a casa, i pacchi da fare e disfare… Mi sta distruggendo! Corsa folle al lavoro di domenica! Se lo racconto alle mie amiche mi prenderanno in giro a vita! Giulia hai decisamente bisogno di riposo. Domani chiami e ti prendi una bella settimana di ferie!”
POST IG (profilo di un’influencer ambientalista)
Ops! I did it again!
Questa iniziativa è davvero una figata ragazzi! Si chiama “Puliamo il Mondo” e oggi per la prima volta eravamo in Calabria! Anche stavolta gente giustissima e soddisfazione pazzesca a fine giornata! Abbiamo raccolto un casino di immondizia e la spiaggia era di nuovo uno spettacolo! Mi era quasi venuta voglia di farmi un bel bagno ma era ancora un po’ troppo freddino! La prossima volta vi voglio con me!
#legambiente #puliamoilmondo #unagiornataparticolare #ilovemyplanet #plasticfreeworld #greeninfluencer #followme

RACCONTO
Vi è mai capitato di sognare di ritrovarvi nel bel mezzo di uno di quegli inseguimenti che si vedono nei film d’azione americani? Beh, a me in realtà no, ma mi ci sono trovata lo stesso!
Vacanza in Messico con mio fratello. Avevamo trascorso 3 giorni a Città del Messico, tra fiato corto per l’altitudine e facce poco raccomandabili che ci scrutavano con fare interrogativo. Il giorno prima ci eravamo goduti una bella gita in barca al Canyon del Sumidero. Gli unici non messicani eravamo noi e, per un attimo, mi era sembrato di tornare in Cina, nel lontano 2009, in coda per vedere il Buddha gigante di Leshan, con gli occhi di decine di cinesi puntati addosso.
Ottima colazione, valigia pronta, chiavi della camera riconsegnate. E le imprecazioni di mio fratello che provengono dal cortile… Il tizio della posada si era improvvisato parcheggiatore e gli stava dando indicazioni per le manovre. Peccato che aveva continuato a dirgli di proseguire con la retro quando il muro era già vicinissimo! Sia benedetto il paraurti di plastica! I graffi erano quasi impercettibili. Tra l’altro, il muro era praticamente di cartapesta.
E il pensiero comune è stato subito “cominciamo bene!“
Ci lasciamo alle spalle il tepore di Chiapa de Corzo e guidiamo alla volta di San Cristobal de Las Casas, deliziosa cittadina del Chiapas situata tra le montagne della Sierra Madre, a più di 2000 m s.l.m Ma nemmeno cinque minuti dopo, ci troviamo imbottigliati nel traffico a causa di una manifestazione locale in cui si rivendicava il diritto all’acqua come bene pubblico.
Il corteo sfilava tra le auto ferme e ci è sembrato più che opportuno chiuderci dentro con la sicura. Non si sa mai… I messicani sono persone squisite ma l’atmosfera era un tantino concitata.
Finalmente riusciamo a ripartire e passiamo da stradine sconnesse e fangose ad una specie di superstrada di montagna tutta curve e tutta in salita, a una sola corsia per senso di marcia, costellata di catorci stracarichi di roba varia e dalle emissioni quasi nucleari! Viaggiavano tutti spostati verso destra, su una simil corsia di emergenza che, in teoria, doveva essere lasciata sgombra da ostacoli, e le auto sorpassavano in tranquillità, seppur costrette ad invadere parzialmente la corsia di marcia opposta.
Ho temuto più frontali in 20 km di quella strada che in tutta la mia vita! Ma eravamo davvero snervati! Dalla lentezza e dai gas tossici. Perciò aspettiamo di raggiungere un punto con visibilità almeno sufficiente e mio fratello si lancia in un sorpasso alla “Fast&Furious” che manco Fantozzi.
E taaaacccc!!! Dall’altro lato, proprio in quel preciso momento, sopraggiungeva un’auto della polizia.
“Oddio siamo fregati! Ci hanno visto! Ora tornano indietro e siamo nei guai!” dice mio fratello bianco in volto e paralizzato dal terrore.
“Ma figurati! Siamo in Chiapas, mica a Las Vegas! Qui fanno tutti così… Non lo vedi?” replico io sbeffeggiante.
Le ultime parole famose. Neni neni neniii!!! Dopo un’inversione a U degna dei migliori film Hollywoodiani, con tanto di stridìo di gomme sull’asfalto, Don Chisciotte e Sancho Panza ci si accodano a sirena accesa e ci intimano di accostare. E scendono due personaggi da cartone animato. Il “capo” grasso e panciuto, lo scagnozzo ossuto e dal fare dimesso.
Apro il finestrino ed entra un vento gelido a tagliarmi letteralmente la faccia. Comincio ad accampare scuse col mio spagnolo biascicato e zoppicante e, miracolosamente, riesco a far provare pietà ai quei due improbabili agenti. Intanto mio fratello sta ancora sudando, nonostante le maniche corte e la temperatura dell’abitacolo che, nel frattempo, era scesa a 10°C.
Ripartiamo e finalmente, arriviamo a San Cristobal. Ci abbiamo messo quasi 5 ore a percorrere 53km e ci accoglie qualche fiocco di neve. L’atmosfera è magica. E il paese è una bomboniera. Sfidando il freddo, afferriamo le valige dal bagagliaio e corriamo alla posada. Per oggi basta macchina. Adesso tortillas, cerveza e un bel maglioncino per riprenderci dallo sbalzo termico e dallo spavento!