Ho sposato un uomo meraviglioso, che banalità penserai, sono cose che si sentono di continuo. Dicono che ogni persona ha il suo pezzo mancante, l’altra metà della mela. Ecco, in realtà io e il mio lui siamo più come una pesca e un limone. Credo che ogni persona sia differente e per quanto ci si adatti e si smussino angoli, non potremmo mai incastrarci alla perfezione. E meno male dico io, chi riuscirebbe a stare con la copia esatta di sé stessi?
La prima uscita: ma chi me lo ha fatto fare?
Sono passati 11 anni dalla nostra prima uscita, ma la ricordo come fosse ieri e ormai è iconica tra i nostri conoscenti. La classica storia che racconti, talmente surreale che sembra presa da un Comedy americano.
Era il 15 agosto del 2011, avevo 19 anni e dovevo uscire con un ragazzo conosciuto su Facebook e il luogo dell’incontro era il capolinea del tram 15 a Rozzano (zona molto malfamata e stereotipata della delinquenza del paese).
Sentì un rumore in stile Fast & Furious e una macchina, dalla quale uscì musica a palla, si fermò davanti a me. Aprendo la portiera mi si palesò davanti una scena degna di Zach Galifianakis. C’era questo ragazzo con la testa rasata ai lati e una cresta nel mezzo, orecchini, felpa rosso fluo e scarpe fuxia. Ma il clou fu che in quel preciso momento partì una canzone che iniziava così: “Ho 25 anni e faccio la escort” (25 escort di Immanuel Casto). Confesso di essere rimasta interdetta per qualche minuto, indecisa se sbattergli la portiera in faccia e scappare o scrivere alla mia migliore amica: “se domani mattina non mi senti chiama la polizia”.
Amore o abitudine?
Se dopo tutto questo tempo sto scrivendo qui oggi, vuol dire che la serata non solo è andata bene, ma lui al contrario di ogni previsione, non mi ha fatta a pezzettini e sepolta in un bosco. Molti pensano che quando tutto diventa routine l’amore sia finito, per me invece è il contrario. Quando la routine entra nella coppia nasce l’amore. Tutti sono capaci di amare quando c’è la perfezione iniziale. Ma quando i difetti e le abitudini fastidiose dell’altro subentrano, bisogna fare una scelta: amare la persona per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti, oppure no. Ovviamente è un mio pensiero e di certo non applicabile in tutti i casi.
“L’amore non è bello se non è litigarello”
Nella coppia, ma in ogni relazione umana, il conflitto è inevitabile. Bisogna solo capire quando il conflitto è costruttivo e non distruttivo, superato questo ostacolo si sviluppa una maggior conoscenza di sé ma anche dell’altro, imparando a rispettare i relativi bisogni. Questo per me all’inizio è stato un ostacolo… Infatti dopo 2 anni l’ho lasciato. Cos’è successo? nei sei mesi successivi ho capito che in realtà quello che più mi mancava di lui erano proprio quei comportamenti che mi facevano infuriare.
Sto guardando una serie tv molto bella (Frankie e Grace) ultimamente e voglio riportare una conversazione:
-“Che brutto quel pouf in stile yeti, è di Sol vero”?
-“si adora quello schifo. Lo sapevi che ci ho anche cucito uno stupido taschino per i suoi stupidi occhiali da lettura, che non ha mai usato perché finivano sempre sotto allo stupido cuscino del divano?” E con un movimento fluido e sicuro estrae gli occhiali dal cuscino del divano.
-“Sol non ha messo questi occhiali sulla lista perché crede di avere quelli di riserva, che in realtà non ha perché li mette sotto il suo cuscino preferito” si allontana dal divano e va alla poltrona, alza un cuscino peloso e sotto ci sono gli altri occhiali.
Sono rimasta affascinata da questa scena, mi sembrava una danza, si muoveva sicura e decisa. Alzava e prendeva, andava a colpo sicuro nonostante ormai dopo 40 anni di matrimonio il suo ex marito aveva cambiato casa e stile di vita. La sua sicurezza su chi fosse nonostante avesse mentito per così tanto tempo su se stesso non l’ha sfiorata nemmeno per un secondo.
Questo vuol dire amare, è conoscere l’altra persona in ogni suo dettaglio, sapere le sue abitudini, routine, stramberie e accettarle così come sono anche se queste ti fanno diventare matto. Anche se non le capisci, anche se a volte litighi per quelle abitudini fastidiose. E quella persona non è solo una persona, ma diventa la tua persona, anche se la vita ti cambia tu la conoscerai sempre
11 anni dopo…
Lui non dice mai bugie, di lui ci si può fidare. Preferisce essere chiamato stronzo piuttosto che mentire, una dote ormai scomparsa e che pochi apprezzano. Ed infatti l’unica che lo sopporta sono io. No scherzo, anche se gli sto insegnando che qualche filtro tra mente e bocca nella vita serve.
Lui è quello burbero che dice di aver sempre ragione e non ammette il contrario. Ma è anche quello che smorza la situazione facendoti ridere, che poi (ho imparato a capirlo negli anni) in realtà è un altro modo per chiedere scusa.
Lui è il classico bastian contrario che non vuole mai dartela vinta. Ma ho imparato a portar pazienza perché poi fa finta di decidere che forse va bene anche quello che dicevi tu. Basta che sia chiaro che la decisione è sua. Lui ha una maschera molto dura ma se solo riesci a oltrepassare le sue barriere scopri che dietro c’è un mondo fantastico. Mi piace sempre paragonarlo ad un orso, perché sembra burbero ma poi in realtà è più come Winnie the pooh. Non fraintendete all’inizio pensavo che il suo muro fosse invalicabile e tutt’ora a volte mi fa talmente arrabbiare che prendo i mestoli per minacciarlo.
Ma lui ha fatto per me quello che nessun altro ha mai fatto. Mi è stato vicino in situazioni che altri avrebbero trovato più semplice scappare. Mi ha alzato e mi alza da terra quando le mie gambe non mi reggono più in piedi, mi solleva e poi mi fa ridere mettendosi a ballare con me in braccio. Mi aiuta a mangiare quando le mie mani non riescono a tenere la forchetta, poi prende il cibo con le mani e mangia senza posate anche lui. Grazie a lui ho imparato a “ridere” della mia condizione, ad essere autoironica. Lui è il mio cuore che riprende a battere quando sono troppo stanca per tutto questo.
